Il Bacino Padano presenta condizioni orografiche e meteoclimatiche peculiari caratterizzate dalla scarsità di venti e da frequente inversione termica. Ciò favorisce la formazione e l'accumulo nell'aria di inquinanti, soprattutto secondari come le polveri sottili, che portano sovente al superamento dei valori limite di qualità dell'aria.
Allo scopo di ovviare a questa situazione di inadempimento nel territorio del Bacino Padano, a fine 2013 è stato sottoscritto tra le varie Regioni interessate un Accordo di programma per l'adozione coordinata e congiunta di misure per il miglioramento ed il risanamento della qualità dell'aria. La Regione Veneto con provvedimenti della Giunta regionale n. 2283 del 10/12/2013 e n. 2811 del 30/12/2013 ha approvato e ratificato il suddetto Accordo.
Successivamente le Regioni del Bacino Padano hanno aggiornato il suddetto accordo affinando una strategia volta a definire di volta in volta misure addizionali di risanamento da inserire nei vari piani regionali di qualità dell'aria da applicare in maniera coordinata e congiunta.
Con Deliberazione della Giunta Regionale n. 836 del 6/6/2017 la Regione Veneto ha approvato il nuovo accordo.
Le misure individuate di natura strutturale e temporanee, sono rivolte a tre grandi settori: il traffico (con limitazione nell’utilizzo dei veicoli diesel), gli impianti termici (regolamentando l’uso dei generatori di calore domestici a legna e le combustioni all'aperto) e l’allevamento (per il contenimento delle emissioni di ammoniaca).
La Corte di Giustizia europea con sentenza del 10/11/2020 ha condannato lo Stato italiano per la violazione degli articoli 13 e 23 della Direttiva 2008/50/CE, avendo superato in maniera sistematica e continua i valori limite fissati per il particolato sottile (PM10).
Di conseguenza le Regioni del Bacino Padano hanno definito alcune misure finalizzate a rientrare nei limiti imposti entro il 2025, misure da prima contenute nella DGRV n. 238 del 2/3/2021 (“misure straordinarie”) e poi meglio definite nella DGRV n. 1089 del 9/8/2021.
L’efficacia delle azioni poste in atto è un elemento fondamentale nella quantificazione della sanzione che la Commissione Europea comminerà all’Italia, al pagamento della quale più che verosimilmente saranno chiamati gli Enti di tutti i livelli territoriali interessati dall’attuazione degli interventi di cui si tratta.